Che fosse utile per la nostra salute si era sempre saputo: la vitamina D è coinvolta nel metabolismo dell’osso ed essenziale per mantenerne la salute. Negli ultimi anni, però, sono stati messe in luce altri importantissime funzioni, che ci mettono anche di fronte ad un’altra realtà: nella popolazione c’è spesso un’allarmante carenza di questa preziosa vitamina. Oggi scopriamo tutto sulla Vitamina D!

Vitamina D: come la otteniamo?
Il corpo ha talmente bisogno di vitamina D che è in grado di produrla. Ciò avviene tramite esposizione della pelle ai raggi solari, soprattutto nel periodo estivo, tramite la trasformazione del 7-DEIDROCOLESTEROLO.
Una piccola quantità di questa vitamina è contenuta anche in alcuni alimenti (come latte, formaggi, uova e pesce), ma non abbastanza da garantirci di coprire il fabbisogno giornaliero, soprattutto se, anche nei periodi estivi, l’esposizione al sole è limitata a qualche giorno di ferie al mare.
Purtroppo, ad oggi, nonostante il nostro sia considerato il “bel paese” per l’elevata esposizione al sole, gran parte della popolazione ha carenza o insufficienza di vitamina D.
Questo avviene perché:
- Un tempo si lavorava nei campi al sole, oggi non è così. Andiamo in giro coperti, e ci esponiamo realmente al sole se abbiamo la fortuna di poter fare le vacanze al mare. Anche in questo caso, però, pochi giorni di vacanza non sono sufficienti;
- L’uso di creme solari ne riduce l’assorbimento;
- Gran parte degli anziani assume farmaci come le statine (farmaci usati per contrastare i livelli elevati di colesterolo, che di contro non fanno produrre il 7-deidrocolesterolo);
- Malattie intestinali, alterazione del microbiota intestinale, possono ridurne l’assorbimento dagli alimenti.
Dosi raccomandate
I LARN (i Livelli di assunzione di riferimento di nutrienti ed energia della Società Italiana di Nutrizione Umana) stabiliscono che l’assunzione adeguata di vitamina D è:
Bambini fino a 1 anno | 10 μg al giorno |
Dai 2 anni fino ai 75 anni | 15 μg al giorno |
Dopo i 75 anni | 20 μg al giorno |
Considerata la quota contenuta nei cibi e la scarsa esposizione ai raggi solari, è quindi evidente come sia facile andare incontro ad una carenza.
Quali valori sono considerati normali?
Vi è molta discordanza su quali siano i livelli normali di vitamina D ematica. Le linee guida italiane (SIOMMMS) esprimono questi valori:
nmol/l | ng/ml | Interpretazione |
<25 | <10 | Grave carenza |
25-50 | 10-20 | Carenza |
50-75 | 20-30 | Insufficienza |
75-125 | 30-50 | Range ideale |
125-375 | 50-150 | Possibili effetti indesiderati |
>375 | >150 | Intossicazione |
Vitamina D: le funzioni
Tutti conosciamo il ruolo fondamentale della vitamina D nel mantenimento della salute ossea, omeostasi dell’osso.
Essa agisce favorendo:
- Assorbimento del calcio e del fosfato a livello intestinale
- Deposizione del calcio dalle ossa
- Mantenimento del trofismo cartilagineo
- Riassorbimento renale del calcio e del fosforo.
Ma la essa non serve solo a fissare il calcio nelle ossa, una funzione che pure è fondamentale per prevenire il rachitismo nei bambini e l’osteoporosi negli anziani. Le sue funzioni sono molteplici, e ce lo dice anche la AIRC, spiegandoci che “agisce come un ormone che regola vari organi e sistemi e ha un’azione modulante nei confronti dell’infiammazione e del sistema immunitario. Una sua carenza è stata associata a diversi tipi di malattie, dal diabete all’infarto, dall’Alzheimer all’asma o alla sclerosi multipla“.
Inoltre, in studi di laboratorio la vitamina D ha dimostrato di svolgere attività potenzialmente in grado di prevenire o rallentare lo sviluppo del cancro: frena la crescita delle cellule, ne favorisce la differenziazione e la morte programmata (apoptosi), e riduce la formazione di nuovi vasi (angiogenesi).
È stato da poco valutato un possibile ruolo della vitamina D nella prevenzione delle malattie stagionali. In una coorte britannica di 6789 partecipanti, Berry e collaboratori hanno riportato l’associazione tra la carenza di vitamina D e le infezioni stagionali, affermando che “la prevalenza delle infezioni respiratorie ha avuto un forte andamento stagionale nella direzione opposta al pattern per concentrazioni di 25(OH)D”. Dimostrando un’associazione lineare tra lo stato della vitamina D, le infezioni stagionali e la funzione polmonare (leggi lo studio ufficiale).
Vitamina D: ha senso assumerla solo poche volte al mese in dosi massicce?
Anche se oggi la maggior parte dei protocolli terapeutici prevedono un’introduzione mensile o bimensile di vitamina D, essa ha una emivita in circolo di 8/48 ore. Mediamente si dimezza in 24 ore.
Le linee guida considerano tali somministrazioni appropriate, ma aggiungono che la somministrazione più fisiologica è giornaliera.
Anche io consiglio sempre ai miei pazienti un’introduzione di vitamina D giornaliera soprattutto alle donne in gravidanza che seguo e per le quali è fondamentale monitorare questo valore, così come seguire una sana alimentazione studiata sui fabbisogni.
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Si rischia la tossicità con l’integrazione?
Una delle domande più comuni e delle preoccupazioni maggiori dei medici è la seguente: l’integrazione di vitamina D, è tossica?
Probabilmente dosi elevate e fuori dal controllo medico possono causare un accumulo di vitamina D, mentre le dosi sicure, sono:
- 2000 UI al giorno secondo AIFA;
- 4000 UI al giorno secondo EFSA (Ente Europeo della Sicurezza dei Farmaci).
La tossicità, sebbene rara e secondaria solo a integrazione massiccia e non controllata, causa un aumentato assorbimento intestinale e riassorbimento osseo del calcio, con conseguente ipercalcemia, che se prolungata determina un eccesso di depositi di calcio nei tessuti molli e negli organi come i reni, il fegato e il cuore, causando dolore e danni agli organi.
Conclusione
Il ruolo della vitamina D è essenziale per la salute di tutti, ad ogni età. É importante effettuare un prelievo ematico per controllarne la concentrazione ematica e con il parere del medico decidere se è necessario o meno integrarla.
Dottoressa Deborah Fedele
Dietista e Biologa Nutrizionista
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