Deborah Fedele

Nutrizionista, Scrittrice ed esperta in alimentazione in gravidanza.

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17/07/2020

Toxoplasmosi in gravidanza: ciò che devi sapere

Contents
  1. TRASMISSIONE DELLA TOXOPLASMOSI
  2. In gravidanza l’alimentazione è fondamentale per la tua salute e per quella del tuo bambino, da curare al pari di tutte le altre raccomandazioni ostetriche e ginecologiche. Unisci ad una community di donne come te per confrontarti sull’alimentazione in gravidanza!
  3. TOXOPLASMOSI: SI POSSONO MANGIARE I CIBI CRUDI?
  4. TRASMISSIONE TOXOPLASMOSI: ATTENTI A QUEL GATTO
  5. PREVENZIONE E DIAGNOSI DELLA TOXOPLASMOSI
  6. CONSEGUENZE DELLA TOXOPLASMOSI

Una delle paure (e difficoltà!) maggiori in gravidanza è proprio lei: la toxoplasmosi! Se anche voi avete fatto le analisi del sangue e scoperto che siete negative alla toxoplasmosi, niente paura: significa che, come gran parte delle donne italiane, non siete entrate in contatto con l’agente della malattia.

La toxoplasmosi è una zoonosi causata dal Toxoplasma gondii, una malattia che non ci preoccupa se contratta nei vari momenti della vita (tanto che spesso siamo entrati in contatto con il Toxoplasma senza nemmeno averne i sintomi!) ma che è di grande interesse ostetrico e ginecologico se contratta in gravidanza.

Rientra infatti nel complesso TORCH (Acronimo di Toxoplasma, Rosolia, Citomegalovirus, Herpes Simplex), ovvero tra le infezioni che acquisite in utero o alla nascita possono essere causa di grave morbilità e/o mortalità feto-neonatale.

Ecco tutto quello che c’è da sapere sulla toxoplasmosi e come evitarla!

TRASMISSIONE DELLA TOXOPLASMOSI

La trasmissione del Toxoplasma Gondii avviene attraverso l’ingestione di alimenti e bevande contaminati o attraverso il contatto diretto con terreno contaminato, ad esempio se la donna fa giardinaggio e mette le mani in bocca senza aver lavato correttamente le mani, o manipola alimenti con le mani non ben pulite, o non lava bene frutta e verdura che può essere cresciuta in un terreno contaminato.

In gravidanza l’alimentazione è fondamentale per la tua salute e per quella del tuo bambino, da curare al pari di tutte le altre raccomandazioni ostetriche e ginecologiche. Unisci ad una community di donne come te per confrontarti sull’alimentazione in gravidanza!

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TOXOPLASMOSI: SI POSSONO MANGIARE I CIBI CRUDI?

Abbiamo già visto come carni e pesci crudi siano da evitare in gravidanza per scongiurare il rischio di listeriosi.

Eppure, pensare di non mangiare più verdura o frutta cruda è impensabile, soprattutto in un periodo in cui i fabbisogni dei preziosi micronutrienti sono più alti.

Io consiglio sempre di:

  • Sciacquare bene sotto acqua corrente, possibilmente con l’aiuto di una spazzola, le verdure crude e la frutta, per eliminare anche le oocisti;
  • Evitare, eventualmente, gli alimenti troppo sporchi di terra;
  • Lavare accuratamente le mani prima di manipolare cibo e mangiare;
  • Lavare bene le mani prima di sedersi a tavola;
  • Sbucciare la frutta ove possibile;
  • Fare attenzione anche ai ripiani e utensili della cucina, per non manipolare cibo cotto dove si è manipolato il cibo crudo;
  • Non mangiare carni, pesci, pollame e formaggi da latte crudo.

TRASMISSIONE TOXOPLASMOSI: ATTENTI A QUEL GATTO

Possono tenere il gatto in gravidanza? Posso accarezzare il gatto in gravidanza? Posso baciarlo?

Sì, sì e… no.

Molti medici consigliano alle donne incinta di sbarazzarsi del loro affezionato animale domestico per non rischiare la toxoplasmosi in gravidanza, ma in realtà è una inutile esagerazione.

Cerchiamo di capire cosa c’entra il gatto con la toxoplasmosi.

Questo piccolo protozoo ha ciclo riproduttivo singolare, che comprende una fase sessuata, che si realizza esclusivamente nel gatto, ed una fase asessuata, che si realizza in tutti i mammiferi, compreso l’uomo. Ecco perché, il gatto, è spesso visto come un nemico da evitare assolutamente per le mamme in gravidanza, anche se non tutti i gatti hanno il toxoplasma e soprattutto le normali pratiche igieniche consentono alle donne in contatto con i felini di non contrarre la malattia.

Quindi potete tenere il vostro amico a quattro zampe, ma bisogna avere delle accortezze:

  • Usare i guanti per pulire la lettiera (e pulirla spesso). Infatti la malattia si trasmette per via oro fecale, significa che mani o cibi contaminati di materiale fecale arrivano alla bocca;
  • Pulire le mani dopo aver accarezzato il vostro gatto.
  • Non baciare il gatto sulla bocca o sul pelo.

PREVENZIONE E DIAGNOSI DELLA TOXOPLASMOSI

Il test per scoprire se la mamma è entrata in contatto con la toxoplasmosi prima della gravidanza viene fatto in genere nei primi mesi di gravidanza.

È importante individuare precocemente le donne sieronegative, ossia che non sono entrate in contatto con il toxoplasma, perché suscettibili alla prima infezione.

Nel nostro Paese si raccomanda lo screening sierologico all’inizio della gravidanza, da ripetere mensilmente solo in caso di sieronegatività1.

CONSEGUENZE DELLA TOXOPLASMOSI

La toxopolasmosi contratta in gravidanza può causare la trasmissione della malattia al bambino. Il bambino nato con la toxoplasmosi può manifestare diversi disturbi, anche gravi:

  • calcificazioni intracraniche
  • idrocefalo
  • epatosplenomegalia
  • convulsioni
  • ittero
  • anemia

Vi possono essere inoltre forme subcliniche nel neonato con positività per la toxoplasmosi ma senza segni clinici alla nascita, che sono ad elevato rischio per complicanze tardive (ritardo neuro-psichico, convulsioni, corioretiniti, sordità, ritardi di crescita, deficit endocrinologici).

Si raccomanda dunque di:

  • Fare lo screening per Toxoplasma Gondii
  • Rispettare le semplici norme igieniche sopra descritte quando si cucina
  • Cuocere bene la carne (cisti di latenza)
  •  Evitare il contatto diretto con la terra (utilizzare i guanti durante le attività di giardinaggio o agricole)
  • Evitare il contatto con feci di gatto (pulire
  • le lettiere con i guanti).

In caso di Toxoplasmosi in gravidanza è previsto il trattamento antibiotico.

Dottoressa Deborah Fedele

  1. Wallon M, et al. Congenital toxoplasma infection: monthly prenatal screening decreases transmission rate and improves clinical outcome at age 3 years. Clin Infect Dis. 2013. 56(9):1223-31.

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