Una mia recente lettura è stata Frankestein, di Mary Shelley, un grande classico della letteratura britannica, che appartiene al mondo del gotico, horror e fantasy.
Tra le mie letture di classici mancava all’appello questo romanzo, ma ho tardato a leggerlo nonostante da tempo mi guardasse dal suo scaffale della libreria. Devo ammettere che non ha deluso le aspettative.
Non mi perderò in chiacchiere: chi non conosce la storia del dottor Frankenstein, un giovane tanto affascinato dalla scienza, quasi ossessionato, da voler a tutti i costi scoprire quale segreto o scintilla scientifica si cela dietro la vita?
La brama di conoscenza, di potere, il desiderio di sentirsi vicino a Dio, portano il dottor Victor Frankenstein nel baratro, perché l’orrenda creatura a cui ha dato la vita, molto lontana dall’essere un essere perfetto come sperava, gli si ritorcerà contro, distruggendo tutto ciò che ama…
Ma prima di parlare delle mie impressioni sul romanzo, una nota sull’autrice: Mary Shelley.
Mi ha talmente incuriosito che potesse aver scritto a 19 anni un romanzo rimasto immortale, dalla tematica così singolare, che ho anche visto il film a lei dedicato “Mary Shelley – un amore immortale”, e sono rimasta affascinata dal suo personaggio. Figlia di Mary Wollstonecraft, fra i primi personaggi della sua epoca a promuovere i diritti della donna, e del filoso William Godwin, Mary Shelley ha ereditato dai genitori la passione per i libri e un certo fervore d’animo che l’hanno resa visionaria, ribelle, emancipata, capace di lottare per inseguire un sogno, che in questo caso si concretizza con la fuga d’amore con il poeta Percy Shelley, sposato e fedigrafo, con cui vive e viaggia per il mondo per tre anni, prima di sposarsi dopo il suicidio della moglie di lui.
Ma torniamo al libro.
Cosa rende immortale un romanzo?
Credo, la sua capacità di suscitare nel lettore delle domande. Sicuramente Frankenstein rimanda al mito dell’uomo “creatore di vita”, ma ciò che più mi ha colpito, indotta a riflettere, è l’idea dell’amore, della necessità dell’amore.
Il mostro di Frankenstein è sì una creatura dall’aspetto mostruoso, ma desidera solo un po’ di calore, compagnia, la fiducia di qualcuno, l’amore di qualcuno, in primis di colui che l’ha creato. Dalla sua vita e dalla gente che incontra, invece, riceve solo disprezzo, cattiveria, maltrattamenti.
La scia di morti che si lascia alle spalle, la persecuzione che attua contro il suo creatore Victor sono solo estremi gesti di rabbia causata dalla solitudine cui lui l’ha condannato in eterno.
La creatura ha solo un desiderio: che il dottore gli crei una compagna. Una femmina come lui, per poter vivere insieme in quella buia e dolorosa solitudine.
Credo in fondo che sia l’amore il vero motore della vita.
Ognuno di noi desidera amare, ma soprattutto essere amato, sentirsi accettato, protetto, completo. Che sia l’amore di un parente o di una famiglia, cosa diventeremmo nella solitudine di tutti i giorni senza qualcuno al nostro fianco?
Il mio voto per questo romanzo è di quattro stelle
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E voi lo avete letto? Vi è piaciuto? Siete entrati in empatia con Frankenstein o lo vedete solo come un assassino?
un saluto e come sempre…
buone letture!
Deborah