Lo ammetto: era da un po’ che non leggevo un libro. Negli ultimi tempi mi ero lasciata viziare dagli audiolibri, e la voce di Pannofino mi accompagnava, leggendo i sette libri di Harry Potter, nelle lunghe ore passate in treno. Ma adesso la pacchia è finita: si ritorna a leggere (nel senso più tradizionale della parola).
Ho preso in mano il libro “A volte ritorno” quasi per caso, incuriosita dalla copertina e dalla trama non proprio comune:
Dopo una settimana di vacanza che sarebbero cinque secoli di tempo terrestre, Dio torna in ufficio, ancora col cappello di paglia e la camicia a quadri. Era andato in vacanza, a pescare, in pieno Rinascimento, quando i terrestri scoprivano un continente alla settimana, e sembrava andasse tutto a gonfie vele. Al suo ritorno però, il quadro che gli fanno i suoi ha del catastrofico: il pianeta ridotto a un immondezzaio, genocidi come se piovesse, preti che molestano i bambini… Dio non è solo ultradepresso. Anche molto incazzato. L’unica soluzione, pensa, è rispedire sulla Terra quello strafatto di suo figlio. – Sei sicuro sia una buona idea? – gli chiede Gesú. – Non ti ricordi cosa è successo l’altra volta? – Ma Dio è irremovibile. Cosí Gesú Cristo piomba a New York, tra sballoni e drop out di ogni tipo. E cerca, come può, di dare una mano agli sfigati della terra. Il ragazzo non sa fare niente, eccetto suonare la chitarra. E riesce a finire in un programma di talenti alla tv. Un gran bel modo per fare arrivare il suo messaggio a un sacco di gente. Ma, come già in passato, anche oggi chi sta dalla parte dei marginali non è propriamente ben visto dalle autorità.
Non vi nego che sono molto felice di poter parlare di questo libro proprio in questi giorni, dato che sembra che ci sia il trionfo della disuguaglianza, il soffocamento dei diritti, l’oppressione, l’omofobia, la violenza sulle donne e sui bambini… ma questa è un’altra storia.
Torniamo al libro. Già la sola descrizione del libro è tutto un programma! Dunque, immaginiamoci Dio, tutto felice per aver creato la Terra e l’uomo, che va in vacanza, e al suo rientro si ritrova nel nostro oggi.
Guerre, inquinamento, stupri, lotte per la religione che sono tutto l’opposto di ciò che lui voleva, antiabortisti e abusatori del corpo e della volontà delle donne, assassini, repressori della libertà. Dio, diciamocelo, non la prendere proprio benissimo:
“Usano la foresta pluviale come una merdosissima discarica. C’è un buco… UN BUCO, CAZZO… nello strato di ozono, ed è grande come il mio uccello. Gli oceani… quei pochi pesci rimasti seguono una dieta a base di stronzi, petrolio e vecchi frigoriferi. (…) E queste sono solo lagne da ambientalisti. Sul piano morale, invece… Hai una vaga idea di quanto è arrivata in basso l’etica del genere umano? In confronto, un congresso di stupratori e usurai è un simposio di santarellini.”
E direi che è una sintesi perfetta di ciò che ci circonda nei giorni nostri. Ma diamine, certo che è una sintesi perfetta. Lui dopotutto è Dio.
Bene, se state pensando che Dio dice un sacco di parolacce e la cosa non vi gusta, non leggete questo libro. Le pagine sono intrise di “blasfemia” se le leggiamo secondo le leggi umane, ma rigonfie di intelligenza, ironia, segacia, provocazione, ma anche sensibilità per le attuali condizioni della società e del mondo.
Andiamo avanti con la storia.
Dunque, Dio prende atto di cosa abbiamo combinato e fa una passeggiatina negli inferi insieme a suo figlio Gesù, che come amministratore delegato non se l’è cavata benissimo in assenza del padre. (“Non potevi buttare un occhio e controllare come andavano le cose? Lo sai qual è il tuo problema? Sei un cazzo di inconcludente.”).
Negli inferi, Lucifero ha proprio un gran da fare: c’è un gran lavoro grazie a razzisti (sì, avete capito bene ci sono anche i simpatizzanti degli splendori fascisti, nazisti e quelli che si credono superiori solo perché hanno meno melanina di altri!), pedofili, pervertiti (vi aspetta un enorme dildo di ghisa che sale su per il… mentre pedalate una cyclette, a quanto pare), ma anche tutti coloro che in nome di “Dio” hanno ucciso e fatto del male agli altri, chi ha perseguitato i diversi e i loro diritti.
Dio si rende conto che bisogna assolutamente intervenire. Non c’è altro da fare: Gesù deve tornare sulla terra per spiegare nuovamente all’umanità qual è il comandamento essenziale, tutto ciò che Dio ha sempre voluto dall’uomo. Infatti sembra che Mosè si sia fatto prendere un po’ la mano quando ha presentato al mondo i comandamenti lasciati da Dio per l’uomo, che non sono affatto 10, ma solo ed esclusivamente uno.
“FATE I BRAVI”
Già. A Dio non gliene importa niente se lo pregate da mattina a sera ma siete egoisti, razzisti, omofobi, sessisti, se inquinate, se non aiutate il prossimo. Per Lui, il massimo che voi possiate fare è godervi la vita e lasciare che gli altri vivano la loro come desiderano e al meglio della loro possibilità. Vuole che facciate del bene, che siate generosi, altruisti, ma soprattutto con la mente aperta, che facciate l’amore (con chi vi pare, non gliene importa niente del matrimonio!), e perché no, che ogni tanto vi facciate anche una cannetta. In fondo, l’ha inventata lui l’erba!
Ma torniamo al libro. Gesù viene spedito nuovamente sulla terra ed eccolo, trentadue anni dopo: è un musicista, vive praticamente di stenti insieme ad uno strimpellato gruppo di amici, la sua band, e raccatta dalla strada quanti più senza tetto riesce ad aiutare. Barboni, prostitute, drogati, gente senza più un futuro: sono questi gli amici di Gesù, gente invisibile per il mondo non passa inosservata davanti al figlio di Dio. Diciamo che oggi uno come Gesù verrebbe considerato un fattone sinistroide, per intenderci.
<<Guardali… – dice Gesú. – Non è uno strippo rendere gli altri felici?>>
Gesù non ha però dimenticato la sua missione, diffondere la vera parola di suo padre: FATE I BRAVI.
E quale occasione migliore di un talent show per farsi conoscere? Gesù, dopotutto, ha una voce divina ed è bellissimo, oltre ad emanare un’aurea cui è difficile resistere.
Dopo varie vicissitudini, Gesù riesce a partecipare al talent show superando le prime selezioni, ma fa di più: approfitta della visibilità raggiunta grazie al suo essere schiettamente genuino, puro, al suo non piegarsi al sistema che ci vuole obbedienti, omologati, sorridenti e genuflessi, per trasmettere all’America e al mondo intero i suo messaggio.
Gesù è particolarmente severo verso i religiosi.
“Voi avete lasciato che si arrivasse a questo punto: i colletti bianchi intascano bonus per milioni di dollari mentre c’è gente che dorme sui cartoni e mangia cibo per cani. Siete fuori di testa? C’è una buona fetta di mondo che reputa buono e giusto coprire le donne dalla testa ai piedi con un sacco nero e impiccare o lapidare gli omosessuali, e un’altra buona fetta che adora un pagliaccio di Roma che – è provato – ha dato una mano a insabbiare le violenze sui minori. Vive in Vaticano. E invece dovrebbe starsene in galera!”
Se volete sapere se vincerà o no il talent show e cosa ne sarà di lui (beh, l’ultima volta che è venuto sulla Terra non gli è andata proprio benissimo!) leggete il libro.
Vorrei continuare a scrivere per voi citazioni tratte da questo romanzo splendido, ma finirei praticamente per leggervelo!
Do a questo libro… voto 5!
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Mi è piaciuto perché è un inno alla libertà, alla pace, all’amore e all’unione, molto di più, a mio dire, di un banale discorsetto da religioso. Ci mette davanti la realtà delle cose, senza filtri e imbellettare, è sagace, intelligente, schietto e diretto.
Vorrei concludere con un’ultima citazione:
<<Cazzo, papà, pensa. “Fare da guida”, “essere d’ispirazione”, dicevi?Belle parole eh, fantastiche, come no, ma sai quanto sono impermeabili all’ispirazione ‘sti qua? Anche se, strano ma vero, guidarli non è difficile. Perchè in generale hanno un pessimo gusto in fatto di leader>>
Buona lettura a tutti, e mi raccomando… fate i bravi, cazzo!
Deborah