I grassi in gravidanza sono un nutriente preziosissimo, soprattutto quelli essenziali, come il DHA. Tuttavia le evidenze scientifiche mostrano in modo sempre più chiaro il legame tra gli eccessi nutrizionali in gravidanza e le conseguenze sulla salute del bambino. Oggi parliamo di grassi in gravidanza e composizione corporea del neonato!
Il fetal programming
Abbiamo parlato spesso di programmazione fetale, ovvero dell’impatto dell’alimentazione materna e dall’ambiente esterno durante la gravidanza sullo sviluppo fetale e la sua predisposizione a malattie nell’età adulta.
Non è così difficile da crederci, in fondo: quello che succede in gravidanza lascia segni potenti, in positivo o in negativo, sulla vita in via di costruzione. Dopotutto, nei nove mesi di gravidanza, il bambino si sviluppa giorno dopo giorno, in una replicazione infinita di cellule. Diventa chiaro che quel che avviene in queste fasi critiche, influenza il processo.
Peso del bambino alla nascita e predisposizione a malattie
Per lungo tempo abbiamo osservato come il peso del bambino alla nascita, correlasse con la predisposizione ad alcune malattie. Nello specifico, bambini macrosomici (feti di grandi dimensioni) potrebbero sviluppare in età adulta malattie metaboliche, cardiovascolari, persino malattie degenerative.
Oggi però si sta ancor più andando a fondo alla questione e, oltre al peso, si prende in considerazione anche la composizione corporea del neonato (fonte 3).
Grassi in gravidanza e composizione corporea: che ruolo hanno?
I grassi sono un nutriente prezioso e infatti vanno introdotti nella giusta quantità in gravidanza. Ma i grassi non sono tutti uguali. Esistono grassi saturi, insaturi, polinsaturi, trans etc, come spiego nel dettaglio in questo articolo. Non voglio parlarti di grassi “buoni” o “cattivi”, perché tutto dipende dalle quantità in cui questi nutrienti sono introdotti, ma dell’effetto che l’eccesso di grassi saturi o trans può avere sullo sviluppo del bambino.
Studi pre-clinici hanno costantemente mostrato correlazioni tra diete materne ricche di grassi durante la gravidanza e alterata composizione corporea del feto e sindrome metabolica, con insulino-resistenza, ipertensione, dislipidemia e aumento delle scorte di adipe addominale (fonti: 1, 2).
L’evidenza ha anche dimostrato che l’aumento dell’adiposità del neonato è associato ad un aumentato rischio di sovrappeso o obesità nel bambino già tra i due e i sei anni.
Cosa si può fare per prevenire ciò?
Lavorare sulla dieta materna! Affinché sia rispettosa dei fabbisogni di mamma e bimbo, ma che contrasti l’accumulo superfluo di peso, anche attraverso una corretta calibrazione di tutti i nutrienti (proteine, carboidrati e grassi).
Spesso la mamma non è a conoscenza del ruolo dell’alimentazione che ha durante la gravidanza, né dell’effetto delle sue scelte sulla salute del bambino.
Quando si parla di grassi della dieta, si fa riferimento anche all’eccesso di carne, formaggi, affettati, fritti, oltre che tutti i grassi nascosti nei dolci/biscotti e cibi di produzione industriale.
In particolare, occhio nel secondo trimeste!
Il secondo trimestre di gravidanza è un periodo chiave per la programmazione metabolica del tessuto adiposo fetale e quindi un obiettivo per l’intervento nutrizionale.
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Dott.ssa Deborah Fedele
Nutrizionista esperta in alimentazione in gravidanza, allattamento, alimentazione e fertilità.
Fondatrice del programma “Alimentazione in Gravidanza“.