Il DHA è un acido grasso semi-essenziale della serie omega tre. Il DHA in gravidanza ha un ruolo fondamentale! Noto per le sue spiccate attività metaboliche, in gravidanza è fondamentale assumerne in quantità sufficienti, tanto che il suo fabbisogno aumenta in questo periodo della vita.
In questi ultimi anni, gli studi sul DHA in gravidanza e il suo rapporto con la salute sono aumentati, e sono tutti concordi nel ritenere questo acido grasso importante per la salute dell’essere umano. In genere una dieta sana e variegata riesce a fornirci i quantitativi di cui abbiamo bisogno, ma in alcune condizioni fisiologiche o patologiche della vita, può essere utile integrarlo.
La gravidanza è uno di quei momenti.
Questo perché il fabbisogno di DHA in gravidanza aumenta, e non sempre la donna viene messa al corrente dell’importanza di questo nutriente, rischiando della carenze.
Per esempio, in studio, spesso ho vistato donne che non mangiavano pesce o che seguivano diete vegetariane e non assumevano integrazione di DHA.
Ma perché è così importante?
Ruolo del DHA in gravidanza
Il DHA in gravidanza è fondamentale, poiché:
- É necessario allo sviluppo del sistema nervoso e della retina nel feto;
- Svolge un ruolo essenziale in numerosi processi biologici;
- É un precursore importante di molecole come prostaglandine, leucotrieni e trombossani, responsabili della regolazione del flusso utero-placentare;
- Riduce l’incidenza del parto pretermine;
- Prolunga la gestazione;
- Riduce l’asma infantile e l’allergia alle proteine dell’uovo;
- Altri effetti ancora da dimostrare: prevenzione della pre-eclampsia, del diabete gestazionale, della depressione post partum e, nel neonato, delle dermatiti atopiche e degli eczemi.
Secondo le linee guida SIGO (società italiana di ginecologia e ostetricia), basate sui LARN, in gravidanza il fabbisogno di DHA aumenta di 100-200 mg al giorno.
É particolarmente importante durante l’ultimo trimestre di gravidanza che il feto riceva adeguate quantità di DHA, perché è in questa fase della vita che si sviluppa il 70% delle cellule cerebrali.
Per assicurarsi questo introito, le donne in età fertile dovrebbero consumare almeno 2 porzioni di pesce di mare alla settimana, inclusi i pesci cosiddetti “grassi” (sgombro, salmone, anguilla, capitone, aringa), o “semigrassi” (triglia, cefalo, carpa, sardina).
Non c’è, tuttavia, indicazione di effettuarne un’integrazione in tutte le donne a prescindere, ma solo in quelle che per ragioni alimentari la necessitano.
DHA: le funzioni
Oltre che in gravidanza, le funzioni del DHA sono state studiate ed evidenziate:
- É coinvolto nel controllo della neurodegenerazione;
- Aiuta a mantenere in equilibrio la componente lipidica del sangue (in particolare dei trigliceridi);
- Grazie alla sua funzione antiossidante, potrebbe avere un’azione nel contrastare le malattie neurodegenerative;
- La capacità del DHA di controllare la produzione di citochine gli fornisce un’azione anti-infiammatoria.
DHA: in quali alimenti si trova
L’assunzione di DHA in gravidanza può essere garantita consumando alimenti come:
- Il pesce (in particolare salmone, sgombro, sardine, aringhe, tonno, alici e pesce azzurro). Il pesce è infatti un alimento che va consumato con costanza in gravidanza, ma non di tutti i tipi. Scopri quale tipo di pesce si può mangiare in gravidanza.
- Uova e carne da allevamento all’aperto;
- Semi di lino;
- Le alghe.
Consulta qui le % di DHA nei cibi (tabelle INRAN)
Il DHA è fondamentale anche in allattamento! Nel caso in cui la puerpera non consumi pesce, dovrebbe assumere quotidianamente 100-200 mg di DHA anche dopo il parto. Scopri tutto sull’alimentazione in allattamento qui.
DHA: chi è a rischio carenza?
Alcuni regimi alimentari o scelte alimentari, se non ben calibrate, possono esporre al rischio di carenza di molti nutrienti, come il DHA. Ciò succede in quelle diete che escludono, ad esempio, il pesce, come la dieta vegetariana.
Anche l’esclusione di pesce dovuta ai cambiamenti del gusto, frequenti in gravidanza a causa degli ormoni estrogeni, può esporre al rischio di carenza di DHA, e va sempre quindi sostenuta con un’integrazione.